Dal classico tè nero inglese al tè verde cinese, dal tè matcha giapponese al roiboos sudafricano: si può girare il mondo saltando di tazza in tazza attraverso i diversi tipi di tè.
E fare colazione o merenda ogni giorno in un Paese diverso.
Pronti a partire? Allora mettete il bollitore sul fuoco.
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Tè o The?
Prima però facciamo un excursus lessicale: si scrive tè o the?
In Italia la forma più corretta da utilizzare, scrive il mio blog di riferimento sull’argomento Five O’Clock, è tè: lo conferma l’Accademia della Crusca, quindi dimentichiamoci the, parola importata dalla Francia (e non dall’Inghilterra, dove alle 17 in punto di beve una tazza di tea).
Come si prepara il tè

Ora che abbiamo capito come chiamarlo, sappiamo come si prepara il tè in modo ottimale? Scommetto di no.
In Italia la preparazione del tè è un rito troppo rapido e sottovalutato, eppure i passaggi da seguire sono pochi e semplici:
- Acqua: usare quella corrente fresca (se quella del rubinetto è troppo calcarea possiamo preferire quella in bottiglia) e non riutilizzare acqua già bollita. Leggi: svuota il bollitore
- Temperatura: appena arriva al bollore, anzi meglio 80° per te verdi, bianchi e oolong
- Quantità: si calcola un cucchiaino a persona, se vi piace forte aggiungete un altro cucchiaino “per la teiera”
- Tempo di infusione: 3-4 minuti, non di più
- Teiera: se volete fare i fighi, versate un po’ di acqua bollente nella teiera, fatela roteare, buttatela. Solo a questo punto potete versare il tè, quindi l’acqua calda sopra le foglie
Tè nero – Inghilterra



Il più classico, il più conosciuto, quello immortalato in mille film: il tè nero inglese e il rito dell’afternoon tea alle 17 precise insieme a scones e sandwich al cetriolo.
Lo beve la regina Elisabetta, lo prende Mary Poppins sul soffitto o servita da camerieri pinguini (a Londra il tour sulle orme di Mary Poppins include anche il tè pomeridiano a tema).



Lo ama Sherlock Holmes nella sua casa londinese in Baker Street, lo propone persino Tiffany nel suo Blue Box Cafe fresco di apertura.
Tè matcha – Giappone
Verdissimo, da qualche anno molto amato anche in Italia tanto da essere diventato un ingrediente molto usato anche in cucina: è il tè matcha, tipico del Giappone e – pare – ricco di virtù benefiche.



Protagonista di un rito antichissimo come la cerimonia del tè, che si tramanda fin dal XII secolo, per scovare i produttori di Matcha più storici (fornitori ufficiali delle migliori sale da te dell’impero nipponico) occorre andare a Uji, vicino a Kyoto, dove le piantagioni sono aperte al pubblico.
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Tè verde – Cina



Il miglior tè verde al mondo? È il Long Jing, dal caratteristico sapore fruttato.
Ovviamente si serve – con una complicata e rigida cerimonia chiamata Gongfu Cha – in Cina, il Paese dove è stata scoperta la prima foglia di tè e al quale il mondo deve la diffusione della bevanda ambrata così amata.
Nella Cina del Sud si serviva già nel III secolo, preparandola con foglie cotte a vapore, pestate in un mortaio fino a formare un panetto, che poi veniva bollito insieme a riso, zenzero, sale, buccia di arancia, spezie e latte.
La Cina è anche la patria del tè bianco, dal sapore dolce e floreale, e del più raro tè giallo.
Rooibos – Sudafrica



Io l’ho scoperto quando ero incinta e ne bevevo litri perché non contenendo teina è concesso anche durante la gravidanza: mai provato il rooibos, il tè rosso sudafricano?
Dal sapore caratteristico dolce, il rooibos si ottiene da un cespuglio, le cui fogli vengono macinate e lasciate fermentare, quindi seccate al sole.
È ottimo anche gustato freddo.
Masala Chai – India



Relativamente recente (in India si usa dall’inizio dl ‘900), il Masala Chai è a base di tè nero, latte e spezie tra cui zenzero, chiodi di garofano e pepe.
Dal sapore deciso e speziato, è un’eredità lasciata dai coloni inglesi, grandi bevitori di tè che cercarono di diffonderne l’abitudine anche tra la popolazione locale.
Bubble Tea – Taiwan



Uno dei trend più in voga a Milano negli ultimi due anni: il bubble tea da Taiwan ha conquistato via Paolo Sarpi e i palati meneghini.
Ma cos’è il bubble tea? È un tè freddo molto dolce aromatizzato con piccole palline gelatinose di tapioca da aspirare tramite la cannuccia, inventato a Taiwan pare già negli anni’80. Spesso viene aggiunto del latte e c’è anche la versione ghiacciata, dove il tutto viene frullato fino a diventare cremoso.
Personalmente lo trovo dolce fino alla nausea ma ammetto che l’aspetto estetico cattura lo sguardo.
Tè alla vaniglia – Mauritius



A Mauritius (è una sola isola, quindi non si dice LE Mauritius, mi raccomando!) ci sono moltissime piantagioni di tè.
la marca più diffusa è Bois Chéri (è possibile visitare l’azienda, con degustazione al termine del giro), reperibile praticamente ovunque.
Ci sono aromatizzazioni diverse e la più tipica, ça va sans dire, è quella alla vaniglia!
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Ceylon Tea – Sri Lanka



Quarto produttore mondiale di tè, lo Sri Lanka è un susseguirsi di piantagioni verde brillante, spesso fatta a mano dalle donne tamil.
Fondamentale per l’economia del Paese (tanto che Ceylon Tea è lo sponsor della nazionale di cricket, sport che in Sri Lanka è come il calcio da noi), qui il tè ha caratteristiche diverse a seconda dell’area dove viene coltivato.
Sette sono le tipologie:
- Dimbula, è quello che comunemente viene chiamato Ceylon Tea
- Sabaragamuwa di colore rosso intenso
- Kandy, dal gusto intenso e la colorazione rossa, spesso servito con il latte
- Ruthuna, dal colore forte
- Uva, dal sapore unico
- Uda Pussellawa, coltivato in montagna
- Nuwara Eliya, dal sapore delicato
Tè alla mela turco



Per quanto mi riguarda, il te alla mela mi trasporta subito a Istanbul. Dolce, caldo e servito nei caratteristici piccoli bicchieri, il tè in Turchia ha un valore sociale importantissimo.
Lo bevono tutti, grandi e bambini, uomini (spesso seduti nei locali) e donne: il te alla mela è in realtà tè nero aromatizzato con pezzettini di mela e oggi viene venduto ai turisti a volte anche sottoforma di dubbie bustine con polvere variopinta
Insomma per gustarlo dovete prendere a andare a Istanbul.