Sarà un post veloce, solo per dirvi che finalmente sono andata da Baladin Milano a toccare con mano.
Vi ricordate vero che Baladin ha aperto un locale anche all’ombra della Madonnina e che per l’occasione avevo intervistato Teo Musso, considerato il re della birra artigianale in Italia?
Dunque, il Baladin ha aperto nello spazio che un tempo era occupato dal Birrificio Poretti (vi consiglio una gita nel Birrificio liberty Angelo Poretti di Induno Olona): un locale che mi è sempre piaciuto, in primis perchè è dietro il cinema Anteo e quindi vien buono per l’accoppiata cinema e birra. Poi, perchè pur essendo molto frequentato riesce a rimanere incredibilmente un locale tranquillo e normale, lasciando il caos della movida alla vicina e sempre-molto-trendy Corso Como.
Fortunatamente, l’arrivo del marchio Baladin non ha stravolto nulla dell’anima del locale: rimane un posto molto caldo, dove si riesce a parlare con le altre persone sedute al tavolo senza dover urlare.
Io ci sono stata per una serata di progetti e chiacchiere tra blogger, di cui Assunta ha scritto nel suo meraviglioso That’s good news.
Le birre artigianali
Le birre artigianali alla spina (io preso una bianca) costano tra i 5 e i 6 euro: poi c’è la carta di birre ospiti, sempre artigianali, e il costo per una bottiglia da 0,75 sale tra i 12 e i 16 euro.
Ovviamente non c’è birra senza patatine fritte e quindi abbiamo preso le chips fatte a mano, nella versione classica e con paprika dolce: vengono servite in grossi coni di carta con una salsina al basilico, non c’entrano nulla con quelle classiche a fiammifero. Non sono regalate: una porzione costa 5 euro se normale, 6 euro se optate per qualche gusto originale (tipo cacio e pepe, paprika, aglio), ma la porzione è davvero molto abbondante.
Non avendo cenato, sono molto meno ferrata sul resto del menù. Ho visto che su una lavagnetta vengono segnati i suggerimenti del giorno, tra cui l’onnipresente hamburger vegetariano, di cui a Milano non si può più fare a meno (anche nella versione vegana).
Posso però mostrarvi quello che un amico ha ordinato dopo averci raggiunte.
Questa è la versione con pollo:
Questo l’hamburger:
Infine, c’è chi ha preso la tartare. Il giudizio finale sulla carne è stato ottimo, l’unica nota che suona un po’ stonata è il prezzo: tartare e hamburger hanno praticamente lo stesso prezzo, ma tra i due piatti la tartare è decisamente quella che si presenta meglio.
–> Psst, ti piace la birra? Qui trovi altre notizie
Baladin Milano – Via Solferino 56 – Tel 02 6597758
14 Comments
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Grazie per l’articolo, mi ci fiondo appena posso!
Fammi sapere come ti sei trovato!
PS: Lili, vai al Baladin a provare almeno la tartare, davvero ottima.
Parte dell’assurdità di questo posto è anche questa: la porzione normale di tartare – comunque abbondante – costa 12 euro, prezzo che definirei assolutamente onesto.
Il problema è che aggiungi le patatine, un dolce e due birre e hai speso 36 euro, per mangiare su tavolacci senza tovaglie, in mezzo al casino, con la cameriera straniera che capisce la metà di quello che gli dici e alzandoti con ancora fame. Se poi, come me, in un posto come Baladin hai anche l’assurda pretesa di voler bere birra in abbondanza, arrivi a 50 euro in un batter d’occhio.
Poi, per carità, io sarò anche un rompicoglioni ma faccio parte di quella generazione di stronzi che, con laurea in Bocconi e Master di specializzazione, è una vita che si fa rompere il culo dalle società di consulenza per due lire al mese e dare i miei soldi a chi non se li suda mi fa incazzare.
…a questo punto, accetto il consiglio e andrò al Baladin per provare la tartare 🙂 Grazie per i tuoi suggerimenti
Sì, ma tanto noi italiani solo questo sappiamo fare: protestare. Poi, però, ci mettiamo comunque tutti in fila con i soldi in mano ad attendere il turno per farci fregare.
Ora io AMO Baladin e da appassionato di vecchia data di birra artigianale sarò sempre grato a Teo per quello che ha fatto, ma in questo Baladin, così come in tanti altri locali inspiegabili di questa città, dai vari California Bakery a Bianco Latte, da Tizzy’s a That’s Bakery, non mi vedono più per principio, perché sta storia deve finire. La cosa che mi fa imbestialire, poi, è il servizio INDECENTE che li accomuna tutti.
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Buono è tutto più o meno buono, ma i prezzi sono totalmente fuori logica, dalle fatate alle birre in bottiglia, alle birre alla spina (5€ per una 0,3??).
Il menù è meno ampio dell’Open di Roma, che rimane un riferimento. Menzione di demerito per i dolci: saranno anche del Re del Cioccolato ma sono davvero mediocri e a 8€ il peggior affare a menù.
…purtroppo sui prezzi dei locali milanesi, ci sarebbe da discutere molto a lungo.
Ora va bene che Milano è costosa in genere ma pagare in tre 100 euro per mangiare in tutto un dolce, una tartare (ottima peraltro) e tre porzioni di patatine è intollerabile anche da queste parti. Ti bastonano ovunque, a cominciare dalla birra. Il formato da 0,3 alla spina è scandaloso e obbliga a prenderne ALMENO due, il che significa partire già con 10 euro di handicap.
Il problema, comunque, non è tanto il prezzo ma il fatto che non c’è un buon motivo per frequentare questo locale. Non si capisce la Customer Value Proposition, tanto per fare i milanesi. L’Open di Roma, che ADORO visceralmente, è ugualmente costoso ma non te ne accorgi perché il menu è vastissimo e di qualità e la scelta di spine da tutta Italia non ha eguali. Non esiste un locale paragonabile in tutta Roma – in tutta Italia, forse. A Milano, invece, del format sono rimasti solo i prezzi fuori mercato ma sono scomparse le spine e il menu è ridotto all’osso. Quindi, di nuovo, perché dovrei venire qui e non andare al Lambrate o alla Ratéra, giusto per citare i primi due che mi vengono in mente? Il marchio Baladin da solo non basta a richiamare un premium price del genere: forse il buon Teo si è montato un po’ la testa.
Che poi, il Baladin a Milano era già nato con il piede sbagliato: l’ho scoperto passandoci per caso davanti verso fine Maggio, prima della ristrutturazione e inaugurazione di Settembre: gioia immensa, entrato immediatamente col sorriso stampato in faccia per scoprire un locale fatiscente, chiaramente da ristrutturare, senza menu e con tre spine. Inspiegabile. Non mi ha stupito che ci siano arrivati anche loro, che andava sistemato. Il problema è che anche a questo giro hanno fatto le cose a metà: è meglio di come era a Maggio ma ancora non ci siamo.
PS: devo ripetermi sul dolce. Ernst Knam sarà pure il Re del Cioccolato in TV ma il tortino che ho mangiato io era una robaccia semi-industriale di una mediocrità imbarazzante. ELIMINARE all’istante dal menu, please.
Ciao Spheric, tocchi un tasto dolente e in effetti ultimamente a Milano sono molti i cori di protesta contro i prezzi troppo elevati: ne ha parlato anche Dissapore riprendendo la lettera di Luca De Gennaro (Radio Capital) dal titolo esemplificativo ‘Caro Ristofighetto milanese’. Purtroppo il fatto è che molti locali, anche a fronte di un’ottima qualità, hanno prezzi molto alti: troppo forse, perchè alla fin fine stiamo sempre parlando di birra e patatine, per quanto ottime.
Sull’Open di Roma non posso esprimermi perchè non ci sono mai stata: sarei curiosa di andare a cenare al Baladin Milano, giusto per capire se in effetti si spende tanto ma si esce soddisfatti oppure se rimane un vago senso di insoddisfazione per aver pagato troppo caro un hamburger.
Io mi sono fatto una super, meravigliosa!!!!!!!!!!!!!
Una serata di quelle che ti fanno stare bene. Per la compagnia strepitosa, l’ottima birra e le chips eccezionali. My dear, grazie per la citazione