Ci sono ricette dal nome così evocativo che stanno immediatamente simpatiche, perché capisci al volo che dietro c’è una storia interessante da scoprire.
Così è per il risotto alla sbirraglia, una vecchia ricetta veneta contenuta nel Menù del suonatore di trombetta e scovata in una newsletter della Librera Utopia di Milano.
Anzi nel libro che i proprietari hanno trovato preparando gli scatoloni per il trasloco.
Si tratta di Ricette Libertarie di Rino de Michele e altri autori, coedizione ApARTe/Venezia e La Fiaccola/Ragusa, 130 pagine per 15 euro di prezzo (potete richiederlo a Giovanni Giunta, via Tommaso Fazello 133, 96017 Noto -Sr- oppure via mail a info@sicilialibertaria.it e aparte@virgilio.it).
Storia (vera) del suonatore di trombetta
Chiariamo prima chi è il suonatore di trombetta in questione. Siamo in Sicilia, a Bronte, nel 1860: Garibaldi è appena sbarcato coi Mille al porto di Marsala (dove ha fatto tappa alle Cantine Florio) e, per sedare una rivolta, manda il giovane Nino Bixio a Bronte a sistemare le cose. Bixio ha fretta di tornare dove succede la storia, quindi organizza un processo sommario e condanna 5 persone alla fucilazione: tra questi Nunzio Ciraldo Fraiunco, lo scemo del villaggio, colpevole solo di aver suonato la sua trombetta per le vie del paese cantando ‘Cappeddi guaddattivi, l’ura dù iudiziu s’avvicina, populo nun mancari all’appellu‘.
Al momento dell’esecuzione, la mattina del 10 agosto, davanti al convento di San Vito parte la raffica del plotone: muoiono tutti tranne il suonatore di trombetta, perché nessun soldato ha avuto cuore di sparargli. Convinto di un miracolo della Madonna Addolorata, Nunzio si getta così ai piedi di Nino Bixio invocando la grazia, ricevendone in cambio una pallottola in fronte.
Da qui ne consegue il menù per suonatore di trombetta.
La ricetta veneta
Tagliate un pollo a pezzi molto piccoli, disossatelo e con la carcassa fate il brodo. In una padella, fate saltare la carne con un trito di carote e cipolle e cuocete per almeno 15 minuti: quindi aggiungete il riso e portatelo a cottura utilizzando il brodo di pollo (se preferite, c’è la ricetta del Cucchiaio d’Argento).
Mantecate con una noce di burro e Parmigiano e servite immediatamente.
Questo risotto è di origine veneta, regione dove in origine veniva chiamato Riso de polastro: il nome divenne poi Riso a’ la sbiraglia dall’abitudine degli sbirri (della Serenissima ma anche dell’esercito francese e austriaco) di rubare i polli ai contadini nelle campagne. A Brescia viene chiamato Riso a’ la Pitocca.
Ah, il libro consiglia anche di giocare al lotto il numero 7 se sognate uno sbirro, 11 se ne sognate tanti, 57 se sono nei pressi della questura o del commissariato.
8 Comments
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Poi mi fai sapere come é venuto mi raccomando …..
Solo tu potevi pensare a scrivere delle cose meravigliose per una libreria !!
No, solo la Libreria Utopia poteva mettere in newsletter le ricette libertarie (non vedo l’ora di fare il risotto!)
ma una chicca del genere non potevo non raccontarla…
😉
Grazie per averlo fatto 🙂