Stranamente nei dintorni di via Sarpi, la Chinatown milanese per eccellenza, non ci sono molti locali dove ordinare i ramen (a parte Chateau Dufan). O meglio non c’erano fino a poco tempo fa, perché in via Lomazzo ha aperto Ramen a Mano.
Avventura imprenditoriale dei fratelli Wu, cinesi di origine ma legnanesi di nascita e vita (sono i proprietari del ristorante Al Borgo Antico di Legnano), Ramen a Mano è il primo locale in Italia a utilizzare la farina biologica 0 italiana.
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Ramen fatti e tirati rigorosamente a mano

La caratteristica principale di Ramen a Mano è il menù degli spaghetti: qui, infatti, viene proposto il Lanzhou Lamian (lamian significa ramen), nella variante originale, con la pasta tirata e impastata a mano e il brodo di manzo cotto per quattro ore con 15 diversi tipi di spezie.
Una volta seduti al vostro tavolo, la scelta sarà quindi tra spaghetti e tagliatelle più o meno sottili (io ho preso i più grossi): l’impasto viene fatto e tirato a mano prima e durante ogni servizio, usando farina biologica di tipo 0 della cooperativa agricola Girolomoni.
Potete controllare voi stessi l’assenza di qualunque macchinario sbirciando nella cucina a vista, dove possenti Mastri del Lamian sono impegnati nell’operazione (qui vicino c’è anche la trattoria Hua Cheng, storica insegna famosa per la pasta fresca fatta in casa).
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Il menù di Ramen a Mano
Il menù è semplice: ci sono due tipi di ramen (10 euro entrambi), quelli con carne di manzo e la variante vegetariana. Per il resto si può scegliere se avere o no la salsa piccante (di loro produzione) e il coriandolo.



Poi si deve scegliere il tipo di pasta e qui si apre un capitolo a parte.
Dimensione e spessore degli spaghetti variano a seconda del numero di tirate: io ho preso i più grossi, quelli da 5 tirate, se li preferite sottili vi consiglio quelli da 7 o 8 tirate (ma dovete essere molto veloci a mangiarli per evitare che si sfaldino).
Ci sono poi le tagliatelle e gli spaghetti speciali (2 euro di sovrapprezzo): un esempio? Spaghetti triangolari, mezzo tondo e mezzo piatto, il campione (!).
Oltre i ramen
Prima dei ramen potete ordinare qualche antipasto a base di insalate di alghe, ossobuco senza osso alla maniera di Lanzhou o uova bollite con te verde, anice, cannella e scaglie di agrumi (da 2 a 4 euro).
E in alternativa al ciotolone brodoso (ma se non lo prendete, che ci venite a fare qui?) il menù offre costine di maiale speziato, alette di pollo fritte con antica ricetta , pancetta di maiale con sesamo, aglio e altre spezie o pollo alla Xi Bei.
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Sei in via Sarpi? Puoi mangiare anche qui:
- I ramen e le specialità di Chateau Dufan
- La pasta fresca di Hua Cheng
- Il sushi burrito di Fusho
- Pinsa per Te
- Ravioleria Sarpi
- La hot pot mongola di Little Lamb
- Chineat
- Kathay
- Tacos e tostadas da Santo Taco
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- GuMi e le tartare di pesce
Ramenamano – Via Lomazzo 20 – 02 36536559 – Orari: 12-14.30 e 19-22.30, martedì chiuso
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