La domanda è curiosa: cosa c’entra la pasticceria di Maria Grammatico, probabilmente il negozio più famoso di Erice e di tutta la Sicilia Occidentale, con le tette delle monache?
Io, da brava milanese, ignoravo l’esistenza di entrambe.
Che le suore avessero delle tette, per quanto poco utilizzate, non è mai stato tra i miei argomenti di conversazione preferiti, semmai un dato di fatto archiviato e amen.
Poi, nel mio girovagare in Sicilia occidentale ho varcato la soglia della pasticceria aperta nel 1964 in via Vittorio Emanuele 14 a Erice e ad attendermi ho trovato:
- pareti perlinate come in Val d’Aosta (ma d’altra parte qualcuno ha mai visto Erice senza nebbia?)
- un bancone capace di resuscitare i morti a colpi di cassatine, cannoli, genovesi, frutta di martorana, dolcetti alle mandorle e vassoiate di tette delle monache
- Maria Grammatico in pole position alla cassa
–> Cosa fare e dove mangiare in Sicilia Occidentale

Una storia di mandorle amare e suore
Maria Grammatico oggi ha 74 anni molto ben portati ed è una star la cui fama valica i confini siciliani: merito dei suoi dolci, ovviamente, e del libro Mandorle amare. Una storia siciliana tra ricordi e ricette
E qui entrano in scena loro, le monache (e relative tette). “Cattive – sussurra, dopo avermi spiegato che da bambina fu mandata dalle suore francescane dell’Istituto San Carlo -, molto cattive, tranne Suor Stellina che mi prese a cuore insegnandomi a fare i biscotti con la pasta di mandorle e a decorare gli agnelli in pasta di zucchero”.
Avendo io fatto l’asilo dalle suore, mi sono subito sentita in sintonia con Maria Grammatico, soprattutto quando ho visto i suoi vassoi esposti al banco.
Le cassatine, mezze lune di pasta ripiene di ricotta (di pecora ovviamente, terza regola d’oro della cucina siciliana).



I bellibrutti (di cui trovate la ricetta in fondo a questo articolo) e i dolcetti di pasta di mandorle, i genovesi:



La scuola di cucina di Maria Grammatico
Maria Grammatico però non si limita a vendere i suoi dolci: a Erice ha aperto una Scuola di Cucina dove lei personalmente tiene corsi di cucina e pasticceria sicula.



E dove a noi ha insegnato, ridendo sotto i baffi e senza risparmiare le battute, come fare le tette delle monache e i bellibrutti.
Questa a fianco sono io che cerco di dare la giusta curvatura all’impasto per fare in modo che esca a forma – appunto – di tetta.
Sembra facile ma non lo è, pronti a cimentarvi nell’impresa?
Tette delle monache: ricetta
Ingredienti per parecchie persone (con queste dosi otterrete due teglie da pasticceria)
- 1 kg di zucchero
- 1 kg di mandorle
- 300 g di albumi
- la buccia tritata di un limone
Riducete le mandorle in farina (o comprate una buona farina di mandorle), quindi unitela con lo zucchero, gli albumi e la buccia di limone.
Impastate bene, fino a ottenere un composto morbido ma sodo, come quello che vedete nella foto qui sotto.



A questo punto dividetelo in piccole palline, mettete dello zucchero in una teglia e iniziate a roteare la pallina solo da un lato senza schiacciarla: è un movimento che serve per conferire la classica forma a trottola, anzi a tetta.



Riempite la teglia di tette e infornate per 3 minuti a 350°, oppure per 8 a 250°.
Curatele bene in fase di cottura perché ci vuole davvero poco tempo, il risultato finale è questo, con la punta un po’ annerita perché – ci ha tenuto a sottolineare Maria Grammatico -“è il capezzolo“.



Una spolverata di zucchero a velo et voilà, potete servire le tette delle monache.



La ricetta dei bellibrutti
Con la stessa ricetta si possono fare anche i bellibrutti, basta aggiungere una bustina di lievito per dolci e staccare piccoli pezzi di impasto, senza preoccuparsi della forma.
I tempi di cottura non cambiano e il risultato è questo:



–> Qui trovi altre ricette da sperimentare
La Pasticceria di Maria Grammatico – Erice, via Vittorio Emanuele 14 – Tel 0923 869390 – Orari: aperto tutti i giorni dalle 9 alle 24 (in inverno chiuso lunedì)
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2 Comments
Bello vederti all’opera! 😀 Quante belle cose hai fatto in Sicilia… Non è che Maria Grammatico ti ha dato anche la ricetta dei genovesi, eh?!
E questo è solo l’inizio, il viaggio in Sicilia è stato una scoperta continua e una conferma che la gastronomia di questa regione è oggettivamente superiore 🙂 Ahimè no, niente ricetta delle genovesi, solo tette tette e tette!