Nel mio personalissimo olimpo degli amari, ce n’è uno che regna sovrano: il Braulio (seguito dall’Amaro del Capo. Del Cynar, invece, adoro la pubblicità mentre il Fernet…troppo amaro!).
Fidato compagno di pranzi e cene luculliane, amico al quale affidare la propria digestione, persino ingrediente – all’occorrenza – da mettere nella grolla e al raduno degli Alpini: sul Braulio si può sempre contare.
E anche passeggiare: se state gironzolando per Bormio, in Valtellina, molto probabilmente state camminando qualche metro sopra le grandi botti di rovere dove l’amaro riposa almeno due anni (così come se gironzolate a Milano in zona Dergano probabilmente camminate sopra botti di Fernet Branca).
Perché nel centro storico di Bormio, o meglio nei cunicoli sotto le case del centro che un tempo servivano gli abitanti per fuggire in caso di invasione nemica, 140 anni fa è nato il Braulio. E ancora oggi qui viene prodotto dalle Cantine Peloni (in via Roma).
Cantine che per tutta l’estate saranno visitabili gratuitamente: ogni martedì e venerdì alle 17, infatti, partono tour guidati per scoprire tutto sulle origini del Braulio.
Tranne la ricetta, scoperta nel 1875 dal farmacista Francesco Peloni (ah i bei tempi nei quali i farmacisti scoprivano di tutto, dalla Coca Cola agli amari!), valtellinese doc e appassionato di montagna.
Proprio sul Monte Braulio, lo scienziato raccolse erbe e piante officinali che, miscelate con altri ingredienti, costituiscono la ricetta dell’amaro, tuttora rimasta segreta. Quel che si conosce, sono le quattro essenze principali: achillea moscata, bacche di ginepro, assenzio e radici di genziana.
Se la storia del Braulio e la sua produzione vi interessano, prenotatevi per una visita guidata gratuita: potete farlo direttamente al negozio Braulio in via Roma 27 oppure chiamando lo 0342 903406.
4 Comments
Diciamo che il mio ex capo è il Signor Braulio… o uno strettissimo parente. Ma io non lo bevo quasi mai… mi dimentico della sua esistenza… peccato xe è buonissimo!!!
Noooo, hai lavorato per Braulio? Ma vedi che siamo blog gemelli… 🙂
Eh no… ho lavorato per il genero del Braulio… ma lui non lavora nell’azienda di famiglia…
Mmmm, quindi niente bottiglie di Braulio in ufficio per ravvivare l’atmosfera? 😉