Oooohhhh, prendiamoci tutti per mano e gridiamolo forte: finalmente!
Dal prossimo aprile in Italia sarà obbligatorio indicare in etichetta l’origine dei prodotti lattiero-caseari in Italia.
Questo potrebbe sembrarvi un post noioso ma non è così, soprattutto se come me amate a dismisura il formaggio (leggete qui tutte le notizie sull’argomento).
Potremmo riassumere il tutto in una domanda:
Abbiamo o non abbiamo il diritto di sapere quel che mangiamo? E quindi anche cosa stiamo comprando?
Secondo me sì, quindi applausi al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, che ha pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto sull’indicazione obbligatoria in etichetta dell’origine per i prodotti lattiero caseari in Italia.
Una svolta per i consumatori
Finalmente i consumatori italiani potranno sapere con chiarezza la provenienza delle materie prime di molti prodotti: latte UHT, burro, yogurt, mozzarella, formaggi e lattici. Perché un conto è il prodotto finito, un altro le materie prime utilizzate per prepararlo.
È una svolta storica, che tutela noi consumatori in primis ma privilegia anche i produttori e gli allevatori che lavorano bene e vogliono tutelare il loro essere made in Italy al 100 per cento.
Tra l’altro, l’Italia è uno dei pochi paesi in Europa a essersi dotata di uno strumento legislativo di questo tipo.
Dal prossimo 19 aprile, quindi, l’obbligo scatterà per ogni confezione di latte vaccino, ovicaprino, bufalino e di altra origine animale.
Origine in etichetta: cosa cambia
Cosa cambia insomma?
Latte e derivati dovranno avere indicato in etichetta l’origine della materia prima in modo chiaro, visibile e facilmente leggibile.
Gli unici esclusi sono i prodotti Dop e Igp, che già devono sottostare a un rigido disciplinare che regolamenta l’origine, e il latte fresco già tracciato.
Saranno usate le seguenti diciture:
- Paese di mungitura (nome del paese nel quale è stato munto il latte)
- Paese di condizionamento o trasformazione (nome del paese in cui il prodotto è stato condizionato o il latte è stato trasformato in un altro prodotto)
Nel caso in cui il latte sia stato munto, confezionato e trasformato nello stesso paese, l’indicazione di origine diventa unica (es. origine del latte: Italia).
Se invece le fasi di trasformazione e condizionamento sono avvenute in più paesi diversi, allora a seconda della provenienza in etichetta verrà indicato:
- Latte di paesi Ue (nel caso in cui la mungitura avvenga in uno o più paesi dell’Ue)
- Latte condizionato o trasformato in paesi Ue (se le varie fasi avvengono in più paesi diversi dell’Ue)
- Latte di paesi non Ue (se le operazioni avvengono al di fuori dell’Ue
3 Comments
“avessero messo”…oggi non più quel che scrivo 😀
Sì sono d’accordo, diciamo che c’è ancora un po’ di strada da fare ma almeno stiamo andando nella giusta direzione 🙂
Interessante! Però sarebbe stato meglio se invece che la dicitura generica “Paesi UE” mettessero il Paese specifico, no?