Dunque, la notizia che in parlamento è stata depositata una proposta di legge per istituire l’Ordine Nazionale dei Cuochi Professionisti mi lascia perplessa: il fatto poi che arrivi in un momento di stasi della politica italiana, mentre il paese affonda e avremmo bisogno di utilizzare il parlamento per parlare d’altro, mi fa anche lievemente inviperire.

Mi sembra che qui stiamo perdendo il lume della ragione: prima la notizia che la Mozzarella di Bufala Campana DOP è a rischio per l’introduzione di un decreto di legge che entrerà in vigore a luglio (e la conseguente petizione da firmare lanciata dal consorzio di tutela).

Poi salta fuori Francesco Maria Amoruso, senatore del Pdl, che lancia in parlamento l’idea di istituire l’Albo Nazionale dei Cuochi Professionisti: un’idea che, a quanto pare, piace moltissimo a Bruno Barbieri, chef stellato Michelin nonché giudice di Masterchef insieme a Cracco e Bastianichi.

Perché, spiega il nostro in un’intervista, “Forse in pochi si sono accorti del boom delle scuole alberghiere: altro che facoltà universitarie, hanno capito che quello dello chef unisce creatività, cultura, spirito imprenditoriale. Basta andare in giro per il mondo e toccare con mano come gli italiani in questo ramo siano venti spanne al di sopra di chiunque. Non c’è dubbio che qualcosa bisogna fare, e questa dell’Ordine può essere una strada”.

Mmmm, se c’è la scuola alberghiera allora serve anche un’Ordine professionale, mi chiedo io? Tra l’altro, l’ennesimo Ordine professionale in un paese già pieno zeppo di tali istituzioni?

Diventare cuoco professionista

Secondo la proposta di legge in questione, chi vuole diventare cuoco professionista e registrarsi nell’apposito albo deve avere almeno 10 anni di onorata carriera alle spalle ed essere al comando di una brigata di almeno quattro persone.

Mi sorge spontanea un’altra domanda: e tutte le osterie, trattorie, ristoranti a conduzione familiare, che fine fanno? Quei posti dove la gastronomia italiana viene onorata ogni giorno ma la brigata non è composta da quattro persone (al limite dai figli), che succede in questo caso? Cioè, che differenza ci sarà tra questi cuochi e quelli iscritti all’albo?

Sempre secondo la proposta di legge, per esercitare la professione di cuoco bisognerà essere iscritti all’albo e quindi sostenere un esame di abilitazione e, ovviamente, pagare la quota annua di iscrizione.

Tra l’altro, compito fondamentale dell’Albo d’oro degli chef sarebbe anche e soprattutto quello di piazzare il copyright sulle ricette. Infatti, prosegue Barbieri, “Qualcuno si è chiesto perché mai le ricette di cucina non siano soggette a copyright? Perché uno come Gualtiero Marchesi non può prendere delle royalties  sul raviolo aperto, creato 30 anni fa e che è un pezzo di storia della gastronomia italiana?“.

Ma come, mi chiedo nuovamente io, nel paese dove su ogni rete televisiva a ogni ora del giorno c’è uno chef (incluso Barbieri) che cucina, giudica, fa presenza? Dove le librerie hanno più ricettari che romanzi? Dove ogni mamma, nonna, papà, zio, famiglia, gruppo di amici, ha una lunga serie di ricette tramandate e condivise?

Ma soprattutto, nel paese che sta colando a picco con la crisi (e tutto il resto che con la crisi ha poco a che fare), in Parlamento non hanno altro a cui pensare? Vogliamo eleggere Cracco Presidente del Consiglio, già che ci siamo? Mettiamo Bastianich agli esteri e Barbieri lo facciamo Presidente della Repubblica?

Sono perplessa…

10 Comments

  1. Credo che l’albo dei cuochi dovrebbe servire per un’altro scopo, e non dei copyright, oppure degli anni di esperienza. Credo che tutto ciò è una bufala.
    Però voglio metterti a conoscenza di un problema, grave, della situazione che esiste nei confronti dei cuochi., anche se é passato più di una anno di questo articolo, ma voglio dire la mia.
    Il problemae questo: sono uno chef con più di 20 anni di esperienza internazionale, ho colto la palla al balzo e insegno ai turisti la cucina italiana nelle ville o agriturismi, nelle ville che loro stessi affittano d’estate, in più, avvolte vado a lavorare nei ristoranti, tipo quando ci sono un eventi importanti, oppure quando sono a corto di personale, mi capita anche di fare consulenze e di istruire cuochi provetti, e via dicendo.
    Con l’aiuto di un commercialista, ho aperto una partita iva, purtroppo come libero professionista, gestione separata dell’inps, (non so se sai di cosa si tratta, la gestione separata sarebbe un fondo che l’inps potrebbe usufruire per un eventuale scopo, praticamente questi soldi versati, non si sa che fine faranno), non vi é senzauna assicurazione in caso di infortunio o malattia (inail), perché non c’é obbligo. Siccome il cuoco è un lavoro manuale ovvero artigianale e anche artistico, non può essere iscritto come artigiano, ma come libero professionista, secondo lo stato italiano lo chef é una figura che sta dietro ad una scrivania e l’uso delle mani sono solo per digitare una tastiera, ma se per caso lo chef con la mannaia si taglia via un dito, in quel caso non é tutelato dallo stato. Dovrei farmi una assicurazione privata, ma lo stato la considera un bene superfluo quindi puoi detrarre dai costi solo il 35%, ti sembra giusto?
    Se la creazione di un albo potesse servire per tutelare noi comuni cuochi allora ben venga, ma se serve per i cuochi vip e per quelle cazzate dei copy right allora hai ragione.

    • Capisco benissimo la tua situazione, sono anch’io iscritta alla gestione separata oltre che all’albo dei giornalisti…ma senza un contratto stabile non ho praticamente tutele nel mio lavoro. Ti faccio un grande in bocca al lupo, spero che la situazione cambi in meglio per tutti!

  2. Pingback: Cracco è lo chef più popolare dei social. O meglio, la sua vita privata | Lili Madeleine

  3. santobagala Reply

    ma ci sono grandi piatti di carne di pollo di pesce eppure tutta questa scenografia non lo mai vista lo so che la televisione a tutti piace ma la cucina e una cosa seria

  4. Pingback: Album delle figurine degli chef: ti do Marchesi se mi dai Bottura | Lili Madeleine

  5. perplessa? No, imbufalita!!! E si permette anche di dire che il buon Marchesi , e tutti gli altri, non prendono i diritti di copyright!! Con quello che guadagnano, io mi vergognerei anche solo a pensarle certe idiozie.

  6. Piū che perplessa io sono infuriata !! Ma avremo qualche problema un po piu grave dell albo d oro degli cheff ??
    All inzio pensavo che scherzavi e invece mi sono resa conto che è tutto vero !!!
    Ma problemi come mancanza lavoro , sanita a rotoli , ecc ecc non dovrebbero venire prima ??? Ma stiamo vivendo in un molto parallelo ?? In un brutto sogno ?? Prima o poi dimmi che ci sveglieremo ……..

    • Eh infatti, c’è di che farsi venire i capelli dritti in testa! Purtroppo non è uno scherzo: aspetto fiduciosa che si sveglino là in parlamento e si mettano a discutere di problemi seri…

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