Ci sono tanti buoni motivi per tornare in Sardegna, abbiamo pensato io e il mio compagno quando a marzo lui è stato preso dal panico perché non avevamo ancora scelto dove andare in vacanza: il mare, le seadas, il pecorino, il Cannonau, il Vermentino, la fregola, i nuraghe.
Così, ci siamo detti, dopo Cagliari l’anno scorso e dopo aver appreso dell’esistenza delle pizzette sfoglia – che non so se allungano la vita ma il girovita di sicuro sì -, abbiamo deciso di tornare su quest’isola che non smette di riempirci il cuore, oltre che lo stomaco.
Stavolta però, scaltri come due faine, non lasceremo che le rigide regole dei bagagli aerei limitino la nostra voglia di vino e vivande da riportare a casa: si parte in macchina, con l’idea (utopistica, me ne rendo conto già mentre lo scrivo), di caricare nel bagagliaio solo il minimo indispensabile per lasciar spazio alle vettovaglie da acquistare in loco.
–> [Aggiornamento del 30 agosto 2016: siamo tornati con 22 bottiglie di vino, una tanica di Cannonau da 5 litri, 5 kg di pecorino e un kg di pane carasau: fortuna che all’imbarco dei traghetti non ci hanno chiesto di aprire il bagagliaio…].
A marzo abbiamo prenotato uno dei traghetti Civitavecchia Olbia, con l’idea di trascorrere la prima settimana nell’Ogliastra, quindi una notte nel Supramonte, a Orgosolo, e poi gli ultimi giorni a Bosa.
I centenari sardi e la Blue Zone
Poi mi sono imbattuta in una notizia.
Anzi, in una ricetta.
Quella del minestrone dei centenari sardi.
La Sardegna, infatti, è una delle cosiddette ‘Blue Zone’, ovvero quelle con un numero di centenari sopra la media.
E in cosa consiste la dieta dei centenari sardi, su cosa si basa la loro alimentazione? Insomma cosa mangiano per vivere così a lungo?
I centenari di Perdasdefogu
Nella parte meridionale dell’Ogliastra, lassù sui monti, c’è il piccolo comune di Perdasdefogu, il cui nome da solo vale il viaggio. Si trova all’interno del Parco Geominerario della Sardegna, ma è diventato famoso perché qui vive la famiglia Melis, da anni la più longeva al mondo.
Per dirvi, di loro hanno scritto il New York Times e il National Geographic, tanto che la ProLoco locale ha depositato all’ufficio brevetti un logo ad hoc.
Bella scoperta!, ho pensato io leggendo la notizia, in Sardegna il mare ha questo colore, chi non camperebbe cent’anni potendo infilarci il piede tutti i giorni?
In Sardegna se mangi un semplice panino con pecorino e pomodoro ti sembra di addentare la mela del paradiso, chi non camperebbe cent’anni?
E il pesce, santo cielo, che mi dite del pesce che si mangia in Sardegna, a Cagliari c’è il mercato di pesce coperto più grande d’Europa, sono anni che ci dite che chi mangia pesce campa cent’anni!
E le seadas, bontà divina, scrigni di pasta fritta ripieni di ricotta e ricoperti di miele!
E invece no.
Il merito pare sia tutto nell’alimentazione, basata principalmente sul cosiddetto minestrone dei centenari, il cui segreto sta negli ingredienti – legumi, verdure, pecorino, fregola ma soprattutto acqua di fonte – da reperire rigorosamente in loco. Vuoi campare cent’anni? E allora beccati il chilometro zero, che adesso sembra uno slogan pubblicitario e invece non abbiamo inventato nulla di nuovo.
Minestrone dei centenari sardi: ricetta
Raccontano le fonti che la famiglia Melis prepara il minestrone nel seguente modo (le dosi sono a occhio e le verdure variano in base alla stagione).
Ingredienti
- Fave e fagioli secchi: 1/2 tazza ciascuno
- un pugno di ceci secchi
- olio extra vergine di oliva
- 1 cipolla media gialla o bianca
- 2 carote medie
- 2 zucchine
- 2 gambi di sedano
- uno spicchio di aglio
- 1 tazza di passata di pomodoro
- 3 patate gialle medie
- 1½ tazza di finocchio
- 1 mazzetto di prezzemolo fresco tritato
- basilico fresco
- 2/3 tazza di fregula sarda
- sale e pepe
Procedimento
Mettete a mollo fagioli, fave e ceci per tutta la notte: quindi scolate e sciacquate bene.
Rosolate cipolla, carote, aglio e sedano, quindi aggiungere fagioli, ceci, fave, pomodori, patate, finocchio, prezzemolo e basilico. Coprite tutto con l’acqua e lasciate cuocere finché bolle: a questo punto abbassate la fiamma al minimo e proseguite la cottura senza coperchio per almeno un’ora e mezza (in caso aggiungete altra acqua).
Quando i legumi sono teneri aggiungete la fregola, il sale e il pepe: cuocete altri 10 minuti, quindi servite nei piatti con un filo di olio crudo e una bella dose di pecorino grattugiato.
Camperete a lungo, molto a lungo.
O in ogni caso vi sarete fatti una splendida vacanza!

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