eenmalNon so voi, ma per me mangiare da soli al ristorante è un’esperienza che mette un po’ a disagio, soprattutto quando intorno ci sono tavolate di amici, colleghi, coppie e conoscenze che chiacchierano.

Devono aver pensato la stessa cosa anche all’Eenmaal, nuovo ristorante che ha aperto i battenti ad Amsterdam (Bos en Lommerweg 361) lo scorso 28 giugno. Basta il nome per capire la filosofia che vi sta dietro: in olandese, infatti, ‘eenmaal‘ significa ‘una porzione‘: infatti tutti i tavoli sono rigorosamente monoposto. 

Provocazione? Nuova moda? Risposta a un effettivo bisogno? Inutile dire che ormai capita a molti di dover pranzare o cenare da soli e sapere di poterlo fare in un luogo dove a chiedere un tavolo per uno non ci si sente dei mentecatti, è consolatorio.

Eenmaal Amsterdam

L’Eenmaal in questo senso è un esperimento e in base al successo l’idea potrebbe essere esportata anche in altre città. L’apertura ad Amsterdam è stato un test: il ristorante, infatti, è rimasto aperto soltanto 48 ore a fine giugno.

Ma, ha dichiarato la designer Marina van Goor, ideatrice dell’Eenmaal, potrebbero presto arrivare altre aperture temporanee (dietro il marchio c’è anche la collaborazione dell’agenzia di branding olandese Vandejong).

Magari in attesa di un’apertura definitiva?

Chissà, nel frattempo ci si accontenta di rompere il tabù che mangiare da soli al ristorante è qualcosa di negativo, di cui vergognarsi.

A me suscita due sentimenti opposti: da un lato, finalmente! Posso andare al ristorante da sola e pranzare mentre mi rilasso, leggo un libro, mi guardo intorno. Dall’altro, è un segno dei tempi: il ristorante da luogo di socialità diventa un posto dove consumare il pasto, punto.

Prenderà piede? La sfida è lanciata.

8 Comments

  1. Io ho mangiato diverse volte da solo e, dopo le prime volte in cui mi sentivo a disagio, mi sono reso conto di quanto sia anche piacevole. Guardare la gente e il luogo in cui sono, scrivere appunti e suggestioni, leggere testi in tranquillità…cosa di più? Rob

    • Lili Madeleine Reply

      Secondo me tanto fa anche il locale: ce ne sono alcuni molto adatti a pasti da single, dove come dici tu è bello perdersi tra pensieri, letture, osservazioni. Altri ristoranti, invece, magari più frenetici…mi inducono a mangiare il più in fretta possibile e poi liberare il tavolo 🙂

  2. Bella trovata… ci voleva davvero. A chiedere un tavolo per uno ci si dovrebbe “sentire dei mentecatti”?!?!?
    Io lo faccio spesso e mi sento piuttosto un signore… e poi si mangia con calma, volendo ci si rilassa, si mastica adeguatamente il cibo senza la fretta di trangugiare e il pensiero di dover fare per forza conversazione, in una parola evitando ogni tipo di “pressione” e condizionamento psicologico altrui, anche involontario. Si sceglie più liberamente il menu, sia in termini di gusti personali che di prezzi, si mangia al ritmo voluto senza dover adeguarsi ai ritmi e alle abitudini altrui (c’è chi si abbuffa – in termini di quantità o in termini di rapidità -, chi va molto lento, chi pretende di fare lunghe conversazioni, chi chiede costantemente la tua attenzione, chi giocherella al cellulare per la metà del tempo…), ci si può concentrare su ciò che veramente ci interessa (pensare alle proprie cose, guardarsi intorno, divertirsi a studiare da lontano i commensali degli altri tavoli…), ci si riscopre individui autonomi ed indipendenti in un mondo che in fondo è una massificata società di singoli. Ma dopotutto, anche in questo non trovo nulla di male: in fin dei conti la vita di ciascuno è qualcosa di imprescindibilmente individuale… basti pensare ai momenti estremi: da soli si nasce e da soli si muore.

    • Lili Madeleine Reply

      Il commissario Montalbano sarebbe perfettamente d’accordo con te: lui adora mangiare in religioso silenzio, che sia da solo o in compagnia 🙂
      Secondo me il bello sta nel poter scegliere liberamente quel che si ha voglia di fare, senza dipendere dal giudizio altrui: mangiare da soli può essere bello esattamente come farlo in compagnia, dipende dal momento, dalle aspettative, da che tipo di esperienza si vuol fare.
      Grazie per il tuo commento e buona giornata!

  3. Pingback: Mangiare da soli al ristorante: tavoli per uno all’Eenmaal di Amsterdam | Food Blogger Mania

  4. Mi è capitato molte volte, per motivi di lavoro, di pranzare o cenare da solo.
    Non solo lo trovavo triste, ma anche il tempo sembra dilatarsi all’infinito e quell’ora diventano due o tre. Anche il giornale diventa scomodo sui tavolini imbanditi, non c’è posto per nient’altro. Meglio un panino in piedi e via andare.

  5. Non so ….sono perplessa ….andare al ristorante da sola per mė ė come andare al cinema da sola , mi mette un sacco di tristezza ! Il pranzo ė un momento di socializzazione e vedermi da sola in un angolo a mangiare mi lascia un pō basita . Ma forse hai ragione tu ė un segno dei tempi !

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