Non è Pasqua in Lombardia senza un piatto di insalata e ciapp.
Evadendo dal significato religioso e rimanendo più sul pagano, Pasqua è la festa che sancisce la primavera: è tutto un tripudio di fiori, animaletti felici che zompano di qua e di là, nastri colorati, tavole imbandite con colori pastello, uova dappertutto. Si risveglia la natura e si risvegliano anche i sensi.
E la tradizione contadina è la migliore nel saper cogliere entrambi i lati delle feste: quello religioso e quello pagano, quello per lo spirito e quello per i sensi, che si deve pur godere ogni tanto.
La tradizione lombarda
L’esempio migliore di questa innata capacità è uno dei piatti della tradizione lombarda tipici di Pasqua: Insalata e ciapp.
Tradotto letteralmente sarebbe insalata e uova sode, ma in realtà nasconde un mondo dove sacro e profano si mescolano (un altro esempio lombardo in tal senso sono i gnocchi di San Rocco, tipici del cremonese).
Le ciapp in questione, infatti, altro non sono che il lato B di corpulente contadine che un tempo abitavano corti e cascine lombarde.
Le uova abbondavano in ogni cortile, erano il simbolo della Pasqua e sistemate sode a pancia in su sopra un letto di insalata ricordavano parecchio orgogliose chiappe femminili.
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Va a dà via i ciapp
Infatti, l’insalata e ciapp è poi entrata nell’uso comune del dialetto milanese, che racchiude nella frase ‘Va a dà via i ciapp‘ un gentile invito a levarsi di torno.

Le ciapp in questione derivano proprio da quelle consumate in occasione di Pasqua insieme all’insalata.
E sapete come?
Perché per tradizione spettava alla padrona di casa distribuire le uova sui piatti dei commensali.

Quindi l’espressione ‘dar via i ciapp‘ in origine era il richiamo dato dall’uomo di casa alla sua donna (‘Dona, va a dà via i ciapp!’), quando quest’ultima si impicciava di faccende riservate agli uomini.
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1 Comment
Va bene, vorrà dire che per la Pasquetta andremo a dar via i ciapp!