Sulla ricetta della grolla valdostana – o grolla dell’amicizia o caffè alla valdostana – ognuno ha da dire la propria: non c’è accordo sul nome, figuriamoci sugli ingredienti. Eppure ne sono venuta a capo.
Grolla o coppa dell’amicizia?
Innanzitutto ho scoperto la differenza tra grolla e coppa dell’amicizia: il recipiente basso e largo e più comunemente famoso è la coppa dell’amicizia, mentre la grolla – pur essendo sempre in legno scolpito e con diversi beccucci – è in realtà più alta e stretta e viene utilizzata per il vino (un buon posto dove comprarla è il mercato del Forte di Bard).
Quella che sto per raccontarvi è una storia degna di Manzoni e il cui meccanismo narrativo si basa su un grande classico di lunga tradizione: quello del manoscritto ritrovato. Per intenderci, Umberto Eco e Alexandre Dumas sarebbero orgogliosi di me e soprattutto della ricetta che sto per darvi.
La Grolla di Saint Piérre
Il manoscritto in questione, nel mio caso, è in realtà un foglio stampato: concedetemelo (a mia discolpa posso dire che sembra molto vecchio). L’ho trovato, guarda caso, all’interno di una grolla valdostana (ma ora so che di coppa dell’amicizia trattasi) comprata anni fa a un mercatino dell’usato. Durante il classico e catartico riordino casalingo di inizio anno, mi è capitata in mano: l’ho aperta, ho scoperto il tesoro e mi sono illuminata.
Perché quel che mi sono ritrovata tra le mani è un piccolo ricettario stampato su una carta che somiglia alla pergamena (giuro, non è finzione letteraria): porta il timbro della Cooperativa La Grolla di Saint Piérre (Ao), quindi mi sento autorizzata a credere a quel che leggo. Cioè due ricette: quella per il vin brulè e quella per il caffè alla valdostana.
E soprattutto, un incipit che scalda il cuore:
Queste ricette sono dedicate alla buona tavola e all’amicizia in buona compagnia
Vi trascrivo le ricette così come le leggo, con quello stile un po’ agée che fa molto sussidiario anni Sessanta.
Caffè alla valdostana: ricetta

Si preparino 4 tazze di buon caffè bollente, 4 bicchierini di grappa, 1 di cognac e, se è gradito, un goccio di anice. Vi si aggiunga molto zucchero, qualche scorza di limone o di arancio e, per le signore (giuro, è scritto proprio così!) una tazza di buona panna fresca o del gelato alla panna. Si scaldi ancora il tutto, indi lo si versi nella coppa e gli sia fuoco per un istante.
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Vin brulé: ricetta
Si prepari in un pentolino del buon vino con un pizzico di noce moscata, di cannella, qualche chiodo di garofano, una buccia di limone e molto zucchero. Si porti a bollitura e si versi il tutto nella coppa dell’amicizia e quindi la si porti in tavola, avendo cura di appiccarle il fuoco per un istante; dopo qualche minuto la bevanda è pronta.
Grolla: primo utilizzo e pulizia

Il manoscritto fornisce anche utili indicazioni su come preparare la grolla nuova e pulirla.
Prima di utilizzarla si deve sciacquare solo con grappa o con il fondo di caffè lasciato macerare per un giorno, MAI CON L’ACQUA.
In seguito, non devono mai essere lavate, semmai eventualmente pulite con un panno umido e caldo. Non lasciatele vicino a fonti di calore, altrimenti il legno potrebbe spaccarsi.
4 Comments
Molto interessante. Forse finalmente riesco ad usare la mia grolla acquistata oltre 30 anni fa. Grazie!
Lieta di esserti stata utile 🙂
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