La mia percezione di Rimini è probabilmente molto diversa da quella generale. Vado a Rimini da anni per cinque giorni a ottobre, lavoro come una pazza durante TTG Incontri Travel Experience, vivo reclusa in fiera con il resto della redazione e solo raramente vedo la luce del sole: praticamente un vampiro.

Riesco a toccare con mano la città giusto la sera, in occasione di qualche conferenza. Insomma di Rimini non ho mai nemmeno sentito il rumore del mare…la tristezza!

Però ho sempre mangiato molto bene (e dormito poco). E ho pensato che essendo una città così amata da tutti, sarebbe stato utile scrivere una guida su dove mangiare a Rimini.

Già, ma come fare? Chiedendo a una local, che guarda caso è anche una valente collega giornalista nonché una blogger con i controfiocchi: lei si chiama Sabrina Campanella, romagnola contaminata da mille influenze che dal 2016 edita il bellissimo My Trolley Blog (oltre a collaborare con La Repubblica).

E a lei lascio la parola per spiegarvi dove mangiare a Rimini il pesce, le piadine, dove trovare i ristoranti stellati e gli agriturismi con le tagliatelle al ragù.

10 indirizzi per mangiare a rimini (e dintorni)

di Sabrina Campanella

mangiare a rimini

Deve essere l’anima di Federico Fellini che ancora aleggia in città a far assomigliare Rimini a un affascinante circo, eccentrico ed esuberante.

Rimini è sempre allegra e spensierata, con quella sua personalità tipicamente romagnola di cui va profondamente fiera. Spesso, tuttavia, cede volentieri alla tentazione di nuove contaminazioni e, tra una nota di liscio e un set di musica elettronica, indossa un paio di infradito con la stessa disinvoltura con cui si mette l’abito da sera, tra uno spiedino di pesce da mangiare con le mani e un piatto gourmet di uno chef stellato.

Mangiando una piadina di fronte al mare certo non resisterete a quel suo sapore pop così unico, ma poi gli chef stellati vi faranno perdere la testa con i loro piatti d’autore e nelle osterie tipiche giurereste di essere a casa dalla mamma.

Eh sì, è proprio una bella fortuna vivere in Romagna!

Guido – Lungomare Spadazzi 12,  Miramare di Rimini

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I cappelletti alle vongole in brodo di vongole del ristorante Guido di Rimini

E’ proprio di fronte al mare che, nel 1946, Guido Guiducci apre la sua osteria di mare: la moglie Augusta ai fornelli e i pescatori con le reti cariche di pesce sul bagnasciuga. Oggi è uno dei due ristoranti stellati di Rimini, oltre ad avere due cappelli secondo la guida de L’Espresso: in cucina Gianpaolo Raschi, chef fuoriclasse che si diverte ancora a giocare con il mare, proprio come faceva da bambino quando andava a mangiare da nonno Guido. Tra i suoi must i cappelletti di vongole in brodo di vongole, la seppia con lo squacquerone, le canocchie che incontrano il gratin.

Abocar – Via Farini 13, Rimini

Mangiare a Rimini
Il dehor del ristorante Abocar a Rimini

E’ il secondo stellato di Rimini, new entry nell’edizione 2019 della Bibbia dei foodies. Andateci se siete dei globetrotters gourmet perché qui è la contaminazione la food philosophy per eccellenza. E’ il posto dove l’Italia incontra l’Argentina e se ne innamora perdutamente. Padroni di casa, oltre che compagni nella vita, Camilla, riminese pura, e Mariano Guardianelli, argentino di nascita. E il risultato in cucina è l’unione tra due culture e due cuori, sempre esuberante e senza mai nulla di scontato.

Casa Brigandi- Corso d’Augusto, 76 Rimini

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In realtà non è una casa, anche se qui un tempo ci abitava una nobile famiglia Riminese, ma per certi versi gli assomiglia ancora. All’ingresso due soffici poltroncine in tessuto vi inviteranno a mettervi comodi, magari sfogliando uno dei libri appoggiati lì. Non aspettatevi “il solito menù”, perché Fabio Brigandi cucina quello che il mare di Rimini gli fa trovare sui banchi del mercato del pesce. Ogni giorno (domenica esclusa) non più di dieci piatti per cinque tavoli in tutto.

Necessaire – Via XX Settembre 118, Rimini

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Jacopo Ticchi, chef del Necessaire di Rimini

Ha fatto la sua piccola rivoluzione in cucina Jacopo Ticchi da quando è recentemente arrivato al Necessaire di Rimini. Ha portato con sé ricordi dei tre anni trascorsi nella brigata di Leemann al Joia di Milano e dell’ultima estate passato al Can Domingo di Ibiza. Tapas, bowl di legumi e verdure delle colline di Rimini e dessert – wow si ordinano random. Il piatto forte (secondo me) è la scarpetta di pane di Novafeltria ai 5 pomodori, per il suo equilibrio perfetto tra dolcezza e acidità. Anche il crostone farcito con mortadella, squacquerone e limone promette molto bene (ma io sono vegetariana). Per un buon cocktail o un bicchiere di vino serio chiedete a Enrico.

Bio’s Kitchen – Via della Fiera 66, Rimini

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Il buffet di Bio’s Kitchen

100% healthy food e solo ingredienti biologici certificati. Tutte le sfumature della natura in menù al Bio’s Kitchen di Rimini (ma è anche a Bologna in via Galliera 11). In gran parte troverete piatti a base di verdure di stagione e cereali integrali preparate con un twist moderno e creativo, pur se c’è un piccolo spazio anche per carne e pesce. Il pezzo forte è il buffet: ogni giorno 40 proposte cucinate espresse, to have in o to take away. Ci si serve da soli e si pesa il piatto sulla bilancia per sapere il prezzo. La sera servono anche pizze con farine di grani antichi di Romagna, farro o kamut e lievitate 48 ore.

Osteria Kalamaro Fritto – Via Parini 1, Riccione

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Il gran fritto del Kalamaro Fritto di Riccione – Foto di ALESSIA BOCCHINI

Calamaro era un vecchio pescatore che amava profondamente il mare e Riccione. Ogni sera, usciva con la sua barca e quando rientrava in porto sua moglie lo cucinava, per lui e gli altri, a due passi dai pescherecci. È l’amore per la buona cucina di pesce l’ispirazione per questo indirizzo perfetto se siete dei veri seafood lovers. Tra i best of il risotto di pesce rosso, cucinato secondo la tradizione del posto, gli spiedini e il gran fritto gamberi, calamari, pescato di paranza e verdure di stagione.

Kalamaro Piadinaro – Viale Ceccarini 134, Riccione

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Il kalamburger del Kalamaro Piadinaro di Riccione. Foto di Giorgio Salvatori

E’ il trionfo dello street food locale, la piadina. Non immaginatevela, però, solo come già la conoscete. Le interpretazioni qui sono più di 30, dalle classiche alle speciali farcite con eccellenze regionali italiane. E poi ci sono anche piatti inediti e introvabili altrove. Best seller il Kalamburger che infila un succulento burger di Mora romagnola dentro una piadina aggiungendoci salsa home made a base di squacquerone. Su richiesta anche impasti di kamut, farro e senza glutine.

Amarcord Italian Gourmet Pub – Via Virgilio 17, Riccione

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Il tagliere Amarcord con Tabachéra

Se siete amanti della birra di qualità, provate il menu di questo posto, tutto pensato per essere abbinato alle etichette di casa Amarcord, birrificio romagnolo fondato nel 1997. Qui la grande ispirazione è il premio Oscar Fellini, simbolo della terra di Romagna e del suo buon vivere. Tra le specialità il tagliere omonimo, intenso viaggio nella FoodValley regionale: salame felino Igp, Crudo di Parma 24 mesi, squacquerone Dop e formaggio di fossa di Longiano (FC) accompagnati da fichi caramellati. Provatelo sorseggiando una corposa “Tabachéra”, perfetta per accompagnare il gusto deciso dei salumi e addolcire il palato.

Libeccio – Via Torre 71, Bellaria (RN)

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La parmigiana di pesce del ristorante Libeccio di Bellaria

Mangiare nella vecchia sede della cooperativa locale dei pescatori di Bellaria ha proprio quel sapore inconfondibile di Riviera Romagnola, anche perché sono proprio loro a rifornire del pesce la cucina del Libeccio. Nel piccolo menù ricette “storiche” come la seppia con i piselli, ma c’è spazio anche a un food-style più contemporaneo: la parmigiana di pesce con la burrata, ad esempio, è un indimenticabile viaggio tutto italiano.

Agriturismo I Muretti – Via Sarciano 5, Montescudo (RN)

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Lilly, il mattarello vivente dell’Agriturismo I Muretti

In cucina qui c’è Lilly, sintesi autentica di romagnolità, che utilizza un mattarello con la stessa disinvoltura con cui io uso il mio smartphone. I pecorini locali sono serviti con le marmellate di stagione fatte in casa, le tagliatelle condite al ragù di coltello e il maialino è cucinato con le erbe selvatiche appena raccolte. Su richiesta e prenotazione, la sua cucina a km zero diventa anche veggie, con le verdure dei campi, vegan e gluten free.



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Pensavi a Proust e invece trovi solo i dolcetti a forma di conchiglia. A questo punto puoi scegliere: ti metti a leggere la Recherche oppure un blog che adora il formaggio? Chi sono io? Oriana, giornalista milanese di turismo, food ed eventi

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