Quando si dice cucina milanese, il primo piatto che viene in mente è il risotto, seguito dalla casseoula e dall’immancabile cotoletta. Ma c’è una ricetta che io amo in particolare: quella dei mondeghili, le polpette milanesi a base di carne.

C’è chi al sentir paragonare polpette e mondeghili probabilmente si farebbe venire un’attacco di orticaria: si tratta di finezze ma occorre dire che in effetti i mondeghili si preparano da carne cotta (recuperando il lesso o il bollito del giorno prima), a cui viene aggiunto un pezzo di mortadella o salame, possibilmente di fegato.

Come tutte le ricette nate povere per riciclare gli avanzi senza sprecare nulla (per esempio, i Bruscitti di Busto Arsizio), è un piatto gustosissimo: hanno anche il buongusto di riuscire benissimo svuotando tutto quel che è rimasto in frigorifero, quindi è la ricetta perfetta che mette tutti d’accordo!

Mondeghili: origini e storia

I mondeghili sono un’eredità che Milano conserva dalla dominazione spagnola: ‘albondiga‘ è il termine che in Spagna identifica genericamente le polpette, parola che a sua volta deriva dall’arabo ‘al-bunduc‘ (non ho bisogno di ricordarvi che gli Arabi hanno dominato la Spagna per lungo tempo e che gli Spagnoli poi hanno fatto altrettanto in Italia, vero?).

Come si è arrivati a mondeghili da albondiga? Seguitemi come se fossi Bartezzaghi sulla Settimana Enigmistica.

In origine gli arabi coniarono al-bunduc, poi trasformato dagli spagnoli in albondiga, quindi i milanesi ricavarono il termine albondeguito, che in seguito divenne albondeghito. Da lì a mondeghilo è un attimo.

Ora, il mio dilemma è stato:

Dove reperire la ricetta dei mondeghili? 

Il web ne è pieno: potete scegliere tra i mondeghili del Cucchiaio D’Argento oppure chiedere a Diego Abatantuono, che proprio a Milano ha aperto una polpetteria.

Io ho preferito chiedere la ricetta a uno dei più antichi ristoranti di Milano: La Pobbia 1850 (via Gallarate 92, zona Certosa). Fondato nel 1850 sulla strada del Sempione, dove fungeva da osteria e biglietteria della tramvia a vapore Milano-Gallarate, La Pobbia è uno dei pochi ristoranti che ha fatto della cucina milanese un punto di forza.

Tanto che non solo risiede stabilmente nell’elenco dei Locali Storici d’Italia, ma organizza anche la ‘Schiscetta d’asporto‘ per chi ha voglia di mangiare casseoula, bollito, nervetti e mondeghili a casa.

–> Psst, scopri la cucina lombarda tra ricette, storie e ristoranti

Mondeghili: ricettaMondeghili ricetta

Ingredienti per 4 persone

  • 400 gr di carne di vitello (in umido o lessata)
  • 100 gr di mortadella
  • 100 gr di salsiccia
  • 1 panino raffermo
  • 1 uovo
  • 50 gr di parmigiano grattugiato
  • 8 cucchiai di olio d’oliva
  • 100 gr di burro
  • 1 ciuffo di prezzemolo
  • 1 spicchio di aglio
  • 1/2 bicchiere di latte intero
  • sale e pepe

Mettete a mollo il panino con un po’ di latte.

Tritate finemente la carne con i salumi e trasferite il tutto in una terrina: quindi aggiungete l’uovo, il pane ammollato e ben strizzato, il prezzemolo tritato con l’aglio, il parmigiano, sale e pepe.

Mescolate tutti gli ingredienti: se il composto vi sembra troppo morbido, aggiungete del pan grattato per asciugarlo un po’.

Formate delle polpette oblunghe e rotonde, ma non troppo alte in modo che cuociano bene anche all’interno: infarinatele, quindi fatele soffriggere il burro e l’olio e rosolatevi i mondeghili per qualche minuto.

Vanno mangiati caldi, accompagnati da puré, spinaci al burro o insalata.

Sei in cerca di ispirazione? Qui ci sono un po’ di ricette che ti aspettano

[Credits: foto e ricetta di La Pobbia]

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8 Comments

  1. Regina Gruber Reply

    A sud di Milano e nel nord dell’Emilia si chiamano “montaghini” e l’etomologia è diversa, è collegata all’austriaco “Montag” che vuol dire lunedì. Dopo l’arrosto o il lesso domenicale, lunedì si fanno le polpette…

    • Lili Madeleine Reply

      Ciao Regina, non lo sapevo, grazie per questa informazione! A guardare la storia della cucina popolare c’è davvero da scoprire la storia d’Italia, che spesso cambia spostandosi anche solo di pochi chilometri. E il modo migliore per raccontarsela è sempre davanti a un piatto di polpette 🙂

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