Cosa si mangia alle Azzorre? Scommetto che in pochi sapreste rispondere a questa domanda (e se vi chiedessi dove sono?).
Io, per esempio, non ne ho idea: o meglio, non ne avevo prima che Silvia mi parlasse di queste isole portoghesi verdissime in mezzo all’oceano Atlantico.
Lei ci è stata (ma lei è stata ovunque, leggetevi il suo blog Tasting the World: vi verrà immediatamente voglia di pianificare un viaggio e partire!), ha scritto una serie di utili guide per chi vuole organizzare una vacanza alle Azzorre.
E allora ho pensato che fosse la persona giusta a cui chiedere una guida sulla cucina delle Azzorre, in modo da avere dei punti di riferimento gastronomici prima di partire.
Pronti a un tour gourmet?
Due piatti tipici molto speciali
Nove isole vulcaniche disperse nel bel mezzo dell’Oceano Atlantico, una più bella dell’altra. Un vero e proprio paradiso per chi ama la pace e la tranquillità, la natura e il trekking. Vulcani, mucche e ortensie ovunque. Queste sono in super sintesi le isole Azzorre, ufficialmente appartenenti al Portogallo ma in sostanza un mondo a parte.
Per me sono un posto speciale e potrei stare ore a decantare quanto siano belle, ma adesso voglio soffermarmi su un aspetto molto più pratico: il cibo.
Perché va bene il trekking, va bene la natura ma… prima o poi la pancia comincia a brontolare. Quindi, vogliamo farci trovare preparati e scoprire cosa si mangia alle Azzorre?

Tanto pesce, verrebbe subito da pensare: dopotutto si tratta di isole! Ma non è proprio così.
Si mangia anche pesce – sarebbe strano se così non fosse – ma tra i piatti tipici più famosi dell’arcipelago ce ne sono ben due a base di carne! Ed è proprio di questi che vi racconto, specialmente perché hanno dei metodi di preparazione davvero unici.
Cozido das Furnas: lo stufato vulcanico

Il cozido das Furnas (o cozido) è in assoluto il piatto tipico più famoso dell’arcipelago, anche se si mangia solo in una zona circoscritta dell’isola di São Miguel, la località termale di Furnas.
Intorno a Furnas si trovano numerosi soffioni sulfurei e il terreno si presta molto bene per… cucinare! Il cozido è infatti un piatto che si cuoce in modo naturale grazie al calore del sottosuolo vulcanico.
Si tratta di uno spezzatino di carne e verdure, i cui ingredienti sono riposti all’interno di una pentola di ghisa che viene poi portata in una zona poco fuori il centro città, per essere successivamente calata in una buca, ricoperta di terra e lasciata lì per almeno sei ore.
In questa zona adibita “a cucina”, ci sono delle buche destinate alla cottura del cozido a disposizione sia dei ristoranti che degli abitanti del posto (le prime sono un po’ più grosse rispetto a quelle a uso privato). Se si capita in zona durante il giorno si possono vedere le montagnette di terra sotto le quali si sta preparando il cozido e gli addetti ai lavori che seppelliscono o disseppeliscono la pentola.
La tradizione di sfruttare il calore del sottosuolo è piuttosto antica nella zona: in passato gli agricoltori avevano l’abitudine di mettere il pranzo in una pentola e di seppellirla in una buca per andare poi a lavorare nei campi mentre il loro pranzo cuoceva sotto terra. Ci hanno poi pensato i ristoranti della zona a portare avanti questa usanza.
Dove mangiare il cozido a Furnas
Oggi tutti i turisti che arrivano a Furnas – siamo nella località più turistica di una delle isole più visitate dell’arcipelago, quindi i visitatori sono tantissimi – non se ne vanno senza aver prima assaggiato il cozido, e buona parte dei ristoranti della cittadina propongono nel loro menù questa prelibatezza.
Il posto più pop in cui provare il cozido è Tony’s (largo do Teatro, Furnas), tuttavia le comitive di turisti in alta stagione potrebbero renderlo inavvicinabile. Una valida alternativa è il ristorante MiRoma (rua Doutor Frederico Moniz Pereira 15, Furnas).
Qualora abbiate a disposizione nel giardino di casa una buca riscaldata da calore vulcanico in cui mettere a cuocere il cozido, gli ingredienti da usare sono: carne di maiale, manzo, pollo, salsicce, patate, carote, cavolo cappuccio. Bisognerebbe usare tutta materia prima delle Azzorre ma vedete un po’ voi… io ho come il sospetto che non sia tanto la reperibilità degli ingredienti a rendere difficile la preparazione del cozido!
Alcatra: lo stufato speziato

Spostiamoci adesso sull’isola di Terceira, nel gruppo centrale delle Azzorre. Qui è diffuso un altro piatto di carne, cucinato in modo altrettanto particolare e che non si può non provare: l’alcatra.
È una sorta di stufato di carne di manzo che viene preparato e poi servito in un pentolone di terracotta, l’alguidar. La cottura è piuttosto lunga e permette alla carne di addensarsi insieme agli altri ingredienti del sughetto (pancetta, cipolla, aglio, alloro, peperone, vino) e di assimilare bene gli aromi che vengono aggiunti, in primis chiodi di garofano, cannella e peperoncino, che gli conferiscono un gusto unico e molto particolare.
Chi ama mangiare un po’ speziato e gradisce gli accostamenti dolce-salato, adorerà l’alcatra. Di solito viene servita con patate e pane normale o leggermente dolce (massa sovada).
Un buon indirizzo in cui provare l’alcatra a Angra do Heroísmo, il centro principale di Terceira, è il ristorante O Chico (rua Sao Joao 7).
Non solo stufati
Vi ho voluto parlare in maniera più approfondita dei due piatti più curiosi per gusto o preparazione, ma non si mangia solo questo alle Azzorre!
Anzi, ci sono diversi prodotti locali che meritano di essere menzionati e soprattutto assaggiati.
Non voglio togliervi il gusto della scoperta, quindi faccio solo un veloce cenno al formaggio (vista l’abbondanza di mucche non poteva che essere così! Indizio: sull’isola di São Jorge si mangia il Queijo São Jorge, il formaggio più buono dell’arcipelago) e ai vini, bianchi e rossi, che negli ultimi anni stanno acquistando fama anche oltre oceano (l’isola più vinaiola è quella di Pico dove l’insieme di vigne vulcaniche e cantine, adegas, è Patrimonio dell’Unesco).
Non resta quindi che prendere un aereo e andare alla scoperta delle Azzorre: oltre a essere bellissime, abbiamo visto che offrono anche numerosi spunti gastronomici interessanti.
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