Ci siamo, alla fine il 6 gennaio è arrivato: gli sms su befane e principesse si sprecano, i buoni propositi per la dieta fioccano (da domani chi parla di dolci verrà guardato male come se avesse estratto un fucile), la consapevolezza dell’ultimo pranzo libero prima del digiuno incombe.
Io mi sento in pace con la coscienza: ho già scritto la mia personale lista dei buoni propositi per l’anno nuovo, quindi oggi mi concedo un volo pindarico e goloso. E mi chiedo: potendo scegliere tra tutti i piatti del mondo, cosa metterei nella calza della Befana?
Ho prima pensato ai miei piatti preferiti, poi li ho scartati perchè se deve essere l’ultima festa che si porta via tutto, allora posso permettermi di fare le cose in grande. E posso pescare dal reale e dall’immaginario infilando tutti i cibi che ho visto nei film e di cui ho letto nei libri e che ho sempre sognato di assaggiare.
In primis, un piatto di pomodori verdi fritti: ma solo se gustati al Caffè di Whistle Stop in Alabama, davanti a un bicchiere di te freddo in un giorno d’estate (ho il libro e anche la ricetta ma non ho mai trovato il coraggio di farla per non rovinare l’effetto).
Poi più che un piatto metterei un suono, un momento di vera goduria: la rottura dello zucchero caramellato sulla crème brulée, esattamente come fa Amelie Poulain nel suo favoloso mondo (il caffè dove sono state girate le scene esiste davvero: è il Café des Deux Moulins in rue Lepic 15 a Montmartre).
Rimanendo sul dolce, nella mia calza ci sarebbe spazio per le praline di Chocolat (c’è spazio anche per Johnny Depp volendo, come sono prevedibile). Ma soprattutto ci metterei dell’ottima torta di ciliegie insieme a dell’ottimo caffè, ovviamente in compagnia della Signora Ceppo e dell’agente Cooper, magari in quel di Twin Peaks (possono starci anche le ciambelle).
Volendo andare ancora più nel mondo della fantasia, mi piacerebbe provare il Pan di via degli elfi di tolkeniana memoria (siamo in pieno periodo Lo Hobbit, rendiamo omaggio), la burrobirra di Harry Potter (fin da quando l’ho letto, anni fa, mi sono chiesta se il sapore non sia simile a quello del Panachè), i pancakes di Paperino con lo sciroppo d’acero e gli spaghetti con le polpette di Lilli e il Vagabondo.
Invece rimanendo su qualcosa di cinematografico ma più vicino alla realtà, proverei volentieri il polipo che Vassilissa sbatte per terra in Mediterraneo e berrei un Appletini con John Dorian di Scrubs. Ma soprattutto nella mia calza vorrei trovare un invito a pranzo da Enzo in compagnia del Commissario Montalbano: me ne starei zitta per tutto il tempo del pasto, sfoggiando un pititto lupigno e facendo onore alla tavola.
Resta ancora un piccolo spazio nella mia calza, laggiù sulla punta: torno sulla Terra, nella realtà che più reale di così si muore e allora mi piego all’onda mediatica e ci infilo Cracco e la sua quadratura dell’uovo. Così, per vedere se davvero usa lo scalogno. E se davvero è così figo come dicono.
3 Comments
Pingback: Calza della befana alternativa per amici gastrofanatici | Lili Madeleine
Cos altro dire sono perfettamente daccordo con té !!! E se forse con i dolci non ti sarei molto vicina con un bel pranzo da enzo a Vigata anche io starei in un religioso silenzio ad assaporera le meraviglie della sua tavola !!
Ma da oggi dieta , palestra , e un sacco di buoni propositi per il 2013 !!
Eh già, purtroppo da oggi dieta, verdure in quantità ma anche tanti buoni propositi (e pizza fatta in casa!)