Incredibilmente, noi italiani non abbiamo mai partecipato al Bocuse d’Or, il concorso gastronomico inventato da Paul Bocuse nel 1987 e diventato negli anni il più importante al mondo.

Scusaci, compianto Bocuse: ora abbiamo cambiato idea, quindi amici francesi iniziate a tremare.

Bigino del Bocuse d’Or: cosa dobbiamo sapere

Le finali europee del Bocuse d’Or lo scorso giugno a Torino

Il Bocuse d’Or si tiene ogni due anni: nella gastronomia, può essere paragonato per importanza a quel che le Olimpiadi rappresentano per il mondo sportivo. L’Idea di Paul Bocuse era mettere insieme i 24 migliori giovani chef da tutto il mondo e far loro cucinare piatti superbi in 5 ore e 35 minuti davanti ai più illustri chef del pianeta.

È inutile che facciamo i fighi perchè tanto siamo italiani e figurati se non sappiamo portare a casa un titolo. Il Bocuse è un concorso durissimo perché è tutto basato sulla tecnica e la tradizione italiana è invece molto improntata sulla cucina casalinga.

Buonissima, ma meno tecnica di quella francese, che negli anni ha invece saputo creare un insieme di regole rigidissime e precisissime su dosi, ingredienti e tempi di cottura. Il q.b., insomma, non sanno nemmeno cosa sia.

Vincere il Bocuse d’Or, la cui finale si terrà il 29 e 30 gennaio 2019 a Lione (patria di Paul Bocuse, qui l’itinerario perfetto per un weekend gastronomico) per uno chef significa aver raggiunto l’eccellenza oltre che essersi fatto un mazzo tanto nei due anni di preparazione necessari per partecipare al concorso.

L’Accademia Bocuse d’Or italiana

Bocuse d'or Italia

Già, come si partecipa al concorso?

Ciascuno dei 24 finalisti ha alle proprie spalle un team di professionisti che in confronto la nazionale di calcio è un gruppo di pivelli da oratorio: tutti gli chef stellati di ciascun paese si uniscono per allenare il campione nazionale. E con loro ci sono coach, designer, ingegneri, psicologi, tecnologi, comunicatori.

Allenare, avete letto bene: sono due anni di allenamento perché al Bocuse bisogna preparare in 5 ore e 35 minuti due tipologie di portata: piatto e vassoio, entrambi perfetti.

Per questo motivo nel 2017 ad Alba, in provincia di Cuneo, nelle meravigliose Langhe, è nata l’Accademia Bocuse d’Or Italia.

Ovvero il training center dove il nostro campione, Martino, si allena da due anni sotto la guida dei migliori chef italiani, capeggiati da Enrico Crippa. E che dal 2019, dopo la finale di Lione, diventerà un polo internazionale formativo per chef e professionisti.

Il campione italiano

Questo è il Team Italia: da sinistra, Curtis Clement Mulpas, il commis belga, Enrico Crippa, presidente dell’Accademia Bocuse d’Or Italia, Martino Ruggieri, il nostro campione, classe 1986, Luciano Tona, direttore dell’Accademia e Francois Poulain (sì, come Amelie!), il coach francese che sta preparando la squadra italiana.

bocuse d'or italia
Il Team Italia in corsa alle finali del Bocuse D’Or

A loro, e a Martino in particolare, toccherà preparare in 5 ore e 35 minuti un Carrè di vitello da latte con 5 cotolette di prima qualità (tema presentazione su vassoio) e una Chartreuse di vegetali con crostacei (tema presentazione piatto).

Il livello richiesto è quello dei piatti qui sotto, grazie ai quali l’Italia si è aggiudicata l’ingresso alle finali di Lione.

Bocuse d'or Italia
Bocuse d'or Italia

Il prossimo 29 gennaio, insomma, bisogna tifare Italia: secondo il team, il concorso è così duro che si punta a entrare nella rosa dei primi dieci o, ancora meglio, dei primi cinque.

Ma è solo l’inizio: la strada è lunga ma noi almeno abbiamo iniziato il cammino.

3 Comments

    • Lili Madeleine Reply

      Io lo conoscevo giusto di nome ma non avevo idea di cosa ci fosse dietro né di quel che comporta in termini di allenamento per i candidati. Dita incrociate per Martino!

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