Siete mai stati al bar coi bambini? O al ristorante con amici sordomuti?
Vi faccio un altro esempio: siete mai stati in un locale all’estero, in un paese del quale non conoscevate la lingua?
Difficile ordinare, vero?
Vi segnalo con molto piacere l’iniziativa ‘Al bar scelgo io‘, organizzata da Gruppo Bar e Caffetterie Ascom Confcommercio di Bergamo.
Di cosa si tratta?
Una questione di disegni
Di una tovaglietta con illustrazioni e diciture semplici che viene distribuita GRATUITAMENTE a tutti i locali che ne fanno richiesta.
Così per ordinare, chiedere il bis, il conto o dov’è il bagno, basta indicare il disegno e il gioco è fatto.
Semplice.
Pulito.
Facile.
Non ci voleva il Nobel, eh, cara Italia che ogni tanto tiri fuori progetti geniali ma il più delle volte te la dormi sugli allori.
Perché il problema è proprio questo: siamo il paese dei bar, abbiamo baristi che sono leggende (in tutti i nostri ricordi c’è un barista da qualche parte), ristoranti stellati e vecchie trattorie, ma quando si tratta di avere a che fare coi turisti, i bambini o chiunque abbia qualche difficoltà in più sembriamo incapaci di fare un passettino avanti.
Invece progetti come ‘Al bar scelgo io’ meriterebbero di diffondersi in tutta Italia più velocemente dell’ultimo selfie di Belen Rodriguez (e infatti la Fipe – Federazione Italiana Pubblici Esercizi plaude).
E sapete perché?
Accoglienza e attenzione
I primi a guadagnarci sarebbero gli esercenti di bar e ristoranti, che in questo modo danno un messaggio di accoglienza e attenzione ai clienti, permettendo a chiunque di ordinare in modo autonomo senza problemi di età, lingua, provenienza o difficoltà fisiche.
E vi ricordo, cari baristi e ristoratori, che le famiglie con i bambini spendono, eccome se spendono!
Ma in realtà ci guadagneremmo tutti: come Paese, perché in questo modo l’Italia diventa più preparata verso i piccoletti, i tantissimi turisti stranieri e chiunque abbia uno svantaggio – anche momentaneo – fisico.
E come persone, perché tutti abbiamo figli, nipoti, cuginetti, figli di amici, amici stranieri, zie sordomute, parenti svedesi che non sanno una parola di italiano ma adorano venire qui per le vacanze.
Basta poco ed è pure gratis (un po’ come per le doggy bag): che aspettiamo?